Qualunque attività commerciale decida di costruirsi un’immagine digitale e comprare uno spazio sul web per il proprio sito,
avrà SEMPRE che fare con una parolina, di origine anglosassone, che darà il via a lunghi e grandi grattacapi: la parola SEO.
Da Wikipedia
Con il termine ottimizzazione (in lingua inglese Search Engine Optimization, in acronimo SEO) nel linguaggio di internet si intendono tutte quelle attività finalizzate ad ottenere la migliore rilevazione, analisi e lettura del sito web da parte dei motori di ricerca attraverso i loro spider, grazie ad un migliore posizionamento.
Dunque, SEO significa letteralmente Ottimizzazione per i motori di ricerca.
Io ho un’attività e, consapevole che nell’era del digitale è praticamente impensabile non avere un sito, allora decido di farmene uno.
Il motivo per cui voglio un sito è, nel 99% dei casi, aumentare la portata dei miei affari (se non ho bisogno di farlo, o sono una Non-Profit poco lungimirante, o cel’ho già e/o sono la Coca-Cola).
A quel punto sono consapevole che per far fruttare la spesa della costruzione del sito, dovrò fare in modo di avere tante visite:
aspetto dunque, e guardo la schermata Google Analytics – perché mi è stato detto che il monitoraggio delle visite è importante! – e spero che crescano le visite.
Dopo un mese i numeri non crescono quasi, dopo tre mesi mi ritengo molto insoddisfatto.
E’ arrivato il momento della fatidica domanda:
Ma perché le persone non mi vengono a visitare? Forse non mi trovano!
A quel punto potrei prendermela con chi mi ha costruito il sito, accusandolo di non aver fatto un buon lavoro con il SEO.
Ma che vuol dire?
Se è vero che è difficile muoversi sul web senza un’idea chiara, ed è probabile che gli utenti, cercando qualcosa, vaghino sgomenti e spaesati dall’enorme mole di informazioni che si trova in ogni pagina di risultati di Google – anche fermandosi alla prima pagina dei risultati si potrebbe avvertire un leggero senso di confusione! –
è anche vero che la qualità, la cura dei dettagli e dei contenuti, l’affidabilità, non sono proprio doti da tutti.
Quello che fa la differenza, spesso, è sì un buon lavoro di SEO, che consenta alla mia, la tua e la sua azienda di guadagnare posizioni salendo in classifica e piazzandosi nelle prime pagine dei risultati,
ma anche e soprattutto il tipo di servizio che io vendo.
Attività poco chiare, idee noiose, siti tutti uguali, mancanza di carattere: le caratteristiche da evitare come la peste.
Quindi, prima di preoccuparci dei risultati riportati da Google Analytics e dalla portata delle visite al nostro sito,
preoccupiamoci di costruirne uno che rispecchi esattamente il motivo per cui un utente dovrebbe preferire noi alla concorrenza!
Sembrava facile, vero? 😉