Il dottor Paul Abranson, del My Medical Group (San Francisco) ha recentemente cominciato ad usare un sistema di pagamento molto particolare allo scopo di proteggere la privacy dei suoi pazienti.
Come sarebbe a dire sistema di pagamento rivoluzionario?
Stiamo parlando di Bitcoin.
Da Wikipedia:
Bitcoin (฿, BTC) è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale.
Esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per implementare le caratteristiche più importanti come il fatto di permettere di spendere bitcoin solo al legittimo proprietario, e di poterlo fare una volta sola. La progettazione di Bitcoin prevede il possesso ed il trasferimento anonimo delle monete.
I pazienti del dottor Paul possono dunque pagarsi le cure con i bitcoin: la decisione è nata dall’esigenza, di molti pazienti dello studio,
di mantenere inviolata la propria privacy in materia di assistenza medica, e nascondere i pagamenti per le cure mediche alla loro banca.
Alcuni pazienti desiderano mantenere estrema riservatezza per quanto riguarda la loro assistenza medica, e trovano che il pagamento in bitcoin serve tal fine meglio di altri metodi – ha detto Abramson – Cerchiamo di soddisfare le richieste dei nostri pazienti per quanto riguarda la loro privacy, purché siano coerenti con il nostro rispetto di rigorosi standard etici e legali.
Ma non è soltanto una questione di privacy.
Bitcoin non fa capo ad alcun ente centrale, e non si comporta come una moneta tradizionale!
I bitcoin, infatti, possono essere salvati su di un personal computer sotto forma di “portafoglio” o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca, senza però il meccanismo degli interessi.
Ancora, possono esser trasferiti a chiunque disponga di un “indirizzo bitcoin”: La struttura peer-to-peer della rete bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di manipolare il valore dei bitcoin o di introdurre inflazione creando nuova moneta
Che sia un passo rivoluzionario è indubbio: la grande innovazione, ed al contempo il grande rischio, è il fatto di non avere alcuna banca centrale responsabile dell’emissione della moneta, poiché il meccanismo di funzionamento di questa valuta rende inutile tale istituzione, sia riguardo la gestione del processo di immissione, sia di regolazione della liquidità.
Inoltre, come qualunque altra valuta legale, non è ancorata ad alcuno strumento sottostante, ma libera di fluttuare secondo l’andamento della domanda, ma non dell’offerta:
il numero “target” di Bitcoin in circolazione è fissato e pari a 21 milioni circa, al cui raggiungimento si arresterà il processo di generazione.
Ad oggi, circa 8 milioni di BTC sono stati immessi in circolazione e si stima che l’anno in cui il target sarà raggiunto sia il 2018.
Cosa accadrà alla neonata Bitcoin, da qui al 2018, possiamo soltanto provare a immaginarlo.