TripAdvisor, il portale che offre la possibilità a chiunque di lasciare recensioni per ristoranti e hotel di tutto il mondo, ha purtroppo il problema di essere un potenziale veicolo di recensioni e critiche non attendibili:
tra le attività commerciali si è diffusa la sconsigliabile abitudine di richiedere a conoscenti e persone fidate di lasciare recensioni positive, per migliorarne la reputazione.
Oppure di lasciare recensioni negative per danneggiare la concorrenza.
Perché sconsigliabile?
Perché le bugie hanno le gambe corte.
E perché “Autenticità” è il principio ispiratore delle aziende che si affacciano sul web per veicolare informazioni e strategie promozionali, ed è un trend da cui non si scappa.
Se non sei bravo e non dici la verità, prima o poi qualcuno se ne accorge. E diffonde.
Il commento dovrebbe essere dunque uno strumento utile a chi poi lo leggerà per potersi orientare nella scelta di prodotti e servizi, e non una mera strumentalizzazione per interessi personali.
Quale potrebbe essere la soluzione?
Le strade da percorrere sono due:
La prima potrebbe essere quella del riservare lo spazio commenti a coloro che hanno effettivamente testato il servizio, ma si tratta di una strategia applicabile non a tutte le attività commerciali.
Un esempio? Immaginiamo che il chioschetto che vende hot dog più famoso di una città con un altissimo flusso turistico, decida di controllare chi lascia commenti.
Come si fa?
Impossibile, appunto.
La seconda strada è quella dei social geolocalizzati, che invogliano gli utenti a uscire, a esplorare, a scoprire posti nuovi.
Foursquare ad esempio, la miglior applicazione location-based in circolazione al momento, che nel 2011 ha raggiunto i 10 milioni di utenti iscritti: attraverso il sistema satellitare, ci permette di comunicare in tempo reale dove siamo e condividere i luoghi più belli e più interessanti. Grazie ai check-in si segnala la propria presenza in un determinato luogo (ristorante, hotel, negozio, palestra, ecc…) e subito dopo è possibile inserire la propria opinione sul servizio/prodotto acquistato.
Purtroppo è possibile fare anche dei falsi check-in posizionandosi vicino al locale, magari per avere sconti e offerte speciali, oppure per spingere artificiosamente il proprio esercizio, o viceversa per mettere i bastoni fra le ruote al locale concorrente.
Pare insomma, non ci sia per ora una possibilità di monitorare con certezza la veridicità dei commenti, se non l’onestà e la sincerità delle persone.
Il commento del co-fondatore di Foursquare, Naveen Selvadurai:
“Se tu non sei nel posto dove dici di essere, la verità è che stai mentendo ai tuoi amici, che nell’informazione che stai condividendo non c’è nessun valore per loro. “
Insomma, gli strumenti che abbiamo oggi non consentono di verificare effettivamente la veridicità di una testimonianza, e tuttavia continuiamo ad affidarci a strumenti come TripAdvisor e Foursquare.
Perché?
Perchè l’Autenticità è un valore che parte dal basso, rimbalza fino a modificare radicalmente le strategie aziendali, che ne vengono stravolte, e poi torna al pubblico, per rimbalzare di nuovo.
In un continuo rimbalzare, però, aziende e clienti, produttori e consumatori, si educano a vicenda.
Finché c’è voglia di autenticità, c’è speranza.